5 - Progetto CCD Home-Page - < prev - next > Perche' raffreddare il CCD In questa pagina: Il CCD e' un circuito composto da tanti punti sensibili alla luce. Ogni singolo punto (il CCD della WebCam3 citato ne contiene oltre 300 mila) restituisce un valore in base all'intensita' di luce che lo colpisce. La sensibilita' del CCD in condizioni di poca luminosita', come nel caso di usi in astronomia, e' condizionata da una specie di rumore di fondo che compromette parte delle prestazioni in vicinaza dei limiti minimi di visibilita'. In termini pratici, le immagini di oggetti poco luminosi risulteranno "sporcate" da un fondo mosso e di tonalita' variabile molto fastidioso per l'elaborazione delle stesse immagini. Spesso tale disturbo impedisce la corretta percezione dell'immagini e talvolta ne compromette la buona riuscita nonostante l'elaborazione. Questo rumore di fondo e' una costante comune a tutti i CCD e si genera spontaneamente a causa della natura dei materiali e dell'impiego elettronico dello stesso CCD, che risponde a tutti i tradizionali fenomeni chimici e fisici generando valori "parassiti" (correnti, tensioni, capacitč, etc.) comuni a molti componenti e circuiti. Nonostante tali valori spontanei vengano previsti e limitati, l'unico modo per eliminarli totalmente (e ottenere immagini precise senza disturbo) e' quello di portare il CCD a temperature molto basse. Piu' la temperatura del CCD si abbassa, minore sara' il valore del disturbo.
La parte a sinistra e' una foto buia ripresa con un CCD la cui temperatura
all'interno del circuito era di circa 30 gradi.
La foto a destra e' stata ripresa nelle stesse condizioni con il CCD raffreddato
a 10 gradi per circa 10 minuti. Raffreddare un componente elettronico non e' un'operazione molto semplice e se da un lato le osservazioni invernali ci possono dare una mano (non per il cielo ma per la temperatura!), i mesi piu' miti e di maggiore visibilita' rappresentano un problema per i CCD molto sensibili. I CCD di alto livello per uso astronomico sono sempre dotati di un apposito circuito di raffreddamento, composto da uno speciale componente elettronico che una volta alimentato genera sulle sue due superfici un lato molto caldo e uno molto freddo (in proporzione alla corrente erogata e alle caratteristiche dello stesso componente). La parte fredda viene messa a contatto con il CCD mentre il lato caldo viene disposto sull'esterno del contenitore, a diretto contatto con dissipatori di calore, spesso ventilati. Questo metodo, presenta il vantaggio di fornire un buon raffreddamento costante al CCD con basse temperature ma presenta anche lo svantaggio di dover essere alimentato e di assorbire parecchia corrente. OK, il nostro CCD non e' tra i piu' sensibili al mondo e non arriva a 0,01 lux. Ma questo non toglie che anche noi possiamo migliorarne le prestazioni portandolo a basse temperature. I metodi escogitati sono 2: il primo e' a bassissimo costo, non garantisce un raffreddamento costante ed e' il classico rimedio fai da te. Il secondo metodo e' simile a quello presentato poco sopra e necessita di piu' tempo ed un po' di esperienza per poter essere realizzato.
Il principio del raffreddamento piu' comodo e' quello di applicare sotto o a contatto
con il CCD una parte metallica che possa trasmetterne il "gelo" applicato all'estremita'
della stessa.
Il CCD della WebCam3, cosi' come quelli di molte altre WebCam e' praticamente
incollato al circuito in quanto dispone di piedini saldati lungo tutti e quattro
i suoi lati. Di conseguenza non riusciamo ad arrivare sotto di esso per poterlo
raffreddare in modo omogeneo. Sul retro del circuito troviamo un simpatico quarzo
disposto proprio in prossimita' del CCD che ci toglie il privilegio di poterlo raffreddare
da dietro. L'unica cosa che rimane da fare e' quella di costruire un parte metallica forata,
da sovrapporre al CCD lasciando spazio per la sua supeficie sensibile ed evitando il contatto
con i piedini. A proposito di lattine, c'e' anche chi ha inserito CCD e circuito proprio dentro un barattolo dotato di una intercapedine contenente del liquido. Prima delle osservazioni basta tenere il barattolo in frigo per poi utilizzarlo nei successivi minuti contando sulla carica di freddo accumulata... (vedi il sito web dei ragazzi francesi alla pagina dei link).
Torniamo a noi e asportiamo il supporto di plastica che protegge il CCD (quello dove si avvitava l'obiettivo
originale dell WebCam). Qui dovrete contare sulla vostra abilita' per realizzare
quanto detto sopra e fare in modo che la parte metallica esca all'esterno del supporto
che dovra' essere riavvitato. (Io ho dovuto limarlo sul lato piu' lungo e aprire una
"fessura" larga quanto il CCD per fare uscire la parte metallica di raffreddamento).
Raffreddamento da professionisti
Il secondo metodo e' praticamente identico a quello applicato sui costosi CCD per
astronomia e richiede pertanto una batteria di alimentazione o un trasformatore se
lo si usa in casa.
Personalmente sto ultimando la realizzazione di questo metodo per il mio CCD e, come
per le indicazioni precedenti, saro' in grado di documentare la mia esperienza con tutti
i dati relativi tecnici appena ultimero' il lavoro.
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